Concerto Die sieben Worte Jesu am Kreuz di César Franck (1822-1890)

La serata musicale e spirituale proposta congiuntamente dal Coro Venezze Consort e dalla Schola gregoriana Benedetto XVI è ricca di contrapposizioni che la rendono particolarmente interessante. Non è solo la diversità di due generi musicali lontani tra loro per epoca e per stile esecutivo. È anche il tipo di approccio al dato di partenza che è di tipo speculare, e condotto secondo due prospettive che si completano a vicenda.
Il dato di partenza sono le sette parole che i Vangeli riferiscono dette da Gesù nel tempo tra la sua crocifissione e la sua morte, che sono diventate oggetto di devozione e di preghiera da parte dei cristiani. Ed esse hanno ispirato anche composizioni musicali, tra le quali quella celeberrima di Haydn (originariamente solo un commento musicale alle sette parole, pur se in seguito l’autore stesso aggiunse una parte in canto) e quella, che ora ci viene proposta, di Franck. Composto nel 1859 e rimasto a lungo ignoto, tanto che potrebbe non essere mai stato eseguito fino al marzo 1977 quando venne diretto da Armin Landgraf, l’oratorio di Franck fa la scelta di esplicitare vocalmente le sette parole; poiché però si tratta di frasi estremamente brevi (la quinta è costituita nel testo latino da una parola sola, la sesta da due, la terza da quattro), Franck integra ciascuna delle “parole” con passi biblici o liturgici tali da offrire un minimo di ampiezza testuale all’esecuzione dei cantori: naturalmente sono passi scelti in prospettiva chiaramente quaresimale, che quindi commentano le diverse “parole” nell’ottica più generale della passione di Cristo.
Questo è ciò che ha realizzato Franck: un percorso già in sé articolato, ma che tuttavia A. Landgraf, nella presentazione realizzata in occasione di quella sua prima esecuzione in epoca moderna, proponeva di collocare in un quadro esplicitamente orante: ipotizzando che Franck stesso prevedesse un uso liturgico dell’oratorio, l’interprete suggeriva di non eseguire gli otto movimenti (le sette parole più un brano introduttivo) l’uno di seguito all’altro, ma di «intercalarvi letture, preghiere o altri esercizi spirituali per permettere all’elemento meditativo dell’opera di produrre tutto il suo effetto». È qui che si inserisce l’intervento, nella presente esecuzione, della Schola Benedetto XVI, la quale propone un brano del repertorio gregoriano a commento e integrazione di ciascuno degli otto movimenti dell’oratorio; tuttavia, anziché porsi nella scia quaresimale dei passi scelti da Franck, ed avendo libertà di scelta nell’individuazione dei brani da eseguire, evidenzia il lato pasquale e “luminoso” delle diverse “parole”.
In tal modo l’opera di Franck trova una sua naturale collocazione anche dopo la Pasqua, e quindi in questi giorni in cui ce ne viene proposto l’ascolto; e siamo indotti a cogliere tutta la valenza positiva, per il credente, della Passione di Cristo. È questa forse la più incisiva tra le contrapposizioni che la serata offre; in realtà è più una complementarietà che una contrapposizione, e ci aiuta a leggere pure i due diversissimi generi musicali che si confrontano in termini non alternativi ma di integrazione reciproca.

Mons. Massimo Mingardi

La Schola Gregoriana Bendetto XVI

Inaugurata nel giugno 2007 con il concerto della Cappella Musicale Pontificia Sistina, è un progetto volto a creare professionisti nel complesso registro musicale del canto gregoriano. La Schola riprende la vocazione musicale insita nella storia di Santa Cristina: nel Seicento, quando viene costruita la chiesa come la vediamo oggi, fioriscono a Bologna scuole di musica e nasce la prima cattedra universitaria ad lecturam musicae, mentre Papa Eugenio IV istituisce in Cattedrale un “magister cantus et gramaticae”. La particolare struttura della chiesa, strozzata nel presbiterio, ne fa una sorta di grande strumento musicale.

Dom Nicola M. Bellinazzo, monaco benedettino della Congregazione di S. Maria di Monte Oliveto. Gregorianista e direttore di coro, perfeziona la sua formazione musicale e approfondisce lo studio del Canto Gregoriano, frequentando i Corsi Internazionali di Cremona con L. Agustoni, N. Albarosa, J.B. Göschl, ed il Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica sacra di Milano con il M° A. Turco, per il diploma in Canto Gregoriano. Ha studiato armonia con L. Molfino, contrappunto e direzione di coro con G. Bredolo, musicologia liturgica con V. Donella, armonizzazione del canto gregoriano con L. Migliavacca. Ha seguito diversi corsi di specializzazione in canto e direzione di coro tenuti tra gli altri da G. Acciai, Filippo M. Bressan, S. Woodbury, G. Mazzucato, M.A. Piovan; ha diretto dal ’93 al ’95 la formazione gregoriana del “Polifonico Città di Rovigo”, conseguendo il primo premio al Terzo Concorso Nazionale di Guastalla (RE).

Nel settembre del ’95 ha intrapreso la direzione della Schola Gregoriana “Ergo Cantemus”, che nel maggio del ’99 ha cambiato il nome in Schola Gregoriana “SCRIPTORIA”. Alla guida di quest’ultimo gruppo vocale ha tenuto numerosi concerti in tutta Italia ed ha inciso sei CD per l’etichetta TACTUS, due per l’etichetta BRILLIANT. In ambito musicologico si occupa con intenti filologici della ricostruzione di liturgie antiche e della presentazione di sacri cerimoniali d’epoca. Ha collaborato: con il M° Filippo M. Bressan nella ricostruzione filologica del Vespro della B.V. Maria e della Messa concertata a due cori di F. Cavalli; con Iuri Camisasca e la cantante Alice; con Franco Battiato. È stato docente di Canto Liturgico e Musicologia Liturgica presso l’Istituto Diocesano di Musica sacra di Modena. Con numerosi complessi corali, fra i quali Nova Schola Gregoriana diretta da A. Turco, ha tenuto molteplici concerti in Italia, in tutta Europa, negli Stati Uniti d’America e in Brasile. Ha inciso per ARES, NAXOS, BONGIOVANNI, TACTUS, ARTS, CHANDOS, ED. PAOLINE, LIBRERIA ED. VATICANA, SYNPHONIA, BRILLIANT.

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