L’Italia che (r)esiste: la solidarietà ai tempi del Coronavirus

L’emergenza Coronavirus ha sconvolto, oltre alle vite di tutti noi, anche quelle degli enti del Terzo settore. Per alcuni è aumentata la raccolta fondi, per altri è a rischio la stessa sopravvivenza.

In uno scenario che tuttora si sta delineando, è difficile prevedere come cambierà la società e di conseguenza come dovrà cambiare il Terzo settore. Una prima risposta proviene dall’Osservatorio Italia non profit che sta effettuando una mappatura di tutti gli aiuti legati all’emergenza Covid-19 attivati, fino ad oggi. La ricerca è ancora in corso ma, ha già fornito indicazioni importanti. L’obiettivo finale è quello di orientare, attraverso i dati raccolti, le nuove iniziative di sostegno filantropico e aggiornare quelle già messe in atto.

Per farlo, l’Osservatorio utilizza anche i dati forniti direttamente dalle organizzazioni non profit. Attraverso un breve questionario ogni realtà potrà raccontare quali sono le necessità e le conseguenze del Coronavirus sulla propria organizzazione.

La partecipazione al questionario è aperta a tutte le organizzazioni del Terzo settore, indipendentemente dall’attività prevalente, dalle dimensioni o dalla forma giuridica.

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A pochi giorni dal lockdown e dopo i primi allarmanti dati del contagio, l’emergenza sanitaria è apparsa a tutti nella sua gravità. In un contesto in cui la pubblica amministrazione, le istituzioni preposte e il sistema sanitario erano in difficoltà nel trovare le risorse necessarie, ad attivarsi è stata principalmente la cittadinanza. In breve tempo, tantissimi privati cittadini insieme a enti non profit, media, influencer, artisti, musicisti, aziende e istituzioni si sono mobilitati dando prova della loro generosità. Nascono numerosissime iniziative spontanee, accodate alla scia lunga della positività e della solidarietà che in Italia risulta contagiosa più di qualsiasi virus.

È il risultato di quello che potremmo definire il più grande avvenimento solidale della storia recente italiana.

L’Osservatorio Italia non profit, Insieme ad Assifero (Associazione Italiana delle Fondazioni ed Enti della filantropia Istituzionale), ha implementato una mappatura di tutti gli aiuti legati all’emergenza Covid-19 attivati, fino ad oggi, dalla filantropia.

Ecco in sintesi alcuni numeri (aggiornati al 29 maggio 2020):

744 milioni di euro il valore del totale delle donazioni e dei fondi;

943 iniziative di filantropia attivate da Fondazioni di Origine Bancaria, aziende, enti non profit, privati cittadini;

703 donatori e promotori.

Dall’indagine è emerso anche che buona parte della filantropia si è mossa a 360°, non fermandosi ad una sola “causa”, ma guardando oltre, al benessere più generale del Paese. Se nel momento più acuto dell’emergenza tutti gli sforzi si sono dovuti concentrare sul sostegno al sistema sanitario, a mano a mano che i giorni passavano si è cominciato a pensare al medio e lungo termine e agli effetti sociali ed economici connessi al Coronavirus e al lockdown che ne è derivato.

Come ha fatto la Fondazione Carisbo, dopo aver attivato un piano straordinario per contrastare gli effetti dell’emergenza sanitaria, riorientando il Piano programmatico 2020 sui bisogni sociali e sul welfare, nel tentativo di garantire la coesione sociale di tutta l’area metropolitana di Bologna.

In questo frangente, anche il Terzo settore è in prima linea con i suoi numerosi servizi di utilità sociale, quali difesa del patrimonio culturale, ambientale, aiuto alle persone in difficoltà, supporto ai malati. Servizi senza i quali l’impatto sociale della crisi causata dal Coronavirus potrebbe raggiungere dimensioni maggiori e protrarsi ancora più a lungo. Il Terzo settore entra in campo, si mobilita e si attiva: cerca supporti, e stimola anche delle soluzioni, si riorganizza per provare, dove possibile, a continuare ad erogare i propri servizi.

In sostanza, il Terzo settore mostra ancora una volta la sua caratteristica principale: la resilienza rispetto ai bisogni della società. Ma la ricerca in corso, e in continuo aggiornamento, fornisce percentuali rappresentative della necessità di interventi sistemici e di aiuti immediati, oltre a quelli di lungo respiro. Il 78% degli enti non profit, che hanno partecipato alla mappatura di Italia non profit, dichiara di avere più che dimezzato le proprie attività, anzi, dall’indagine emerge addirittura che il 45% ha completamente fermato le attività, mentre solo il 6% sta continuando a lavorare come prima dell’emergenza.

I dati della mappatura fin qui raccolti, fotografano un quadro della situazione del Terzo settore e delle misure urgenti necessarie per garantire agli enti di poter continuare il loro incredibile lavoro di supporto delle categorie più vulnerabili, anche in questi momenti difficili. La continuazione della ricerca servirà ad orientare, supportare e coinvolgere gli enti filantropici in tavoli di lavoro e riflessione.

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>>> Scopri i numeri della solidarietà in Italia ai tempi del Coronavirus

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